Tutto quello che avreste voluto sapere sull’amaro è in un libro firmato Matteo Zed

Ogni campanile ha il suo amaro e ogni dopocena ha il suo sapore“: una frase perfetta per esprimere le mille e un’anima dell’amaro. E la trovate nella prefazione de “Il Grande Libro dell’Amaro Italiano” di Matteo Zamberlan – in arte Matteo Zed, fresco di stampa. Ma attenzione: questo libro edito da Giunti non è un semplice listicle dove trovare impilate una bottiglia sull’altra, no! Lo definiremmo più come un racconto aromatizzato alle storie, ricette ed aneddoti sul più profumato tra i liquori. Apriamolo e sfogliamolo: ci porterà in un lungo viaggio che va dall’Italia all’estero, facendoci scoprire come l’amaro non sia una prerogativa solo italiana. E, ve lo promettiamo, molto altro!

First things first: le presentazioni. Chi è Matteo Zed?

Dopo averlo conosciuto di persona durante la presentazione del libro del 10 dicembre  al Valentyne, definire Matteo Zed “solo” come uno dei massimi esperti di amaro a livello mondiale e bartender di fama internazionale è (forse) un po’ riduttivo. Certo, le sue esperienze da Joe Bastianich a Del Posto, da Zuma NYC e da Giorgio Armani Restaurant nella 5th Avenue o in Giappone sono un lodevole biglietto da visita, ma è la sua passione per questo liquore e le tappe concrete che ha percorso per divulgarlo (in patria e non) a farci comprendere che forse non ci sarebbe potuto essere un Amaro Ambassador più motivato. Prima con la creazione del primo Amaro Bar d’Europa (avete già sentito parlare del Marchese in via di Ripetta?) e poi con la firma di questo libro che nelle sue oltre 200 pagine racchiude più di 300 etichette, ci pare avere tutte le carte in regola per parlarcene, no?

Amaro mon amour: cosa troverete nel libro di Matteo Zed

Dalle basi agli approfondimenti, questo libro si rivolge sia ai neofiti che ai più esperti. A riprova di ciò, le sue otto parti contemperano parte discorsiva e tecnica, riuscendo a far emergere in maniera chiara un mondo di dettagli e informazioni sull’amaro per lo più sconosciute. La parte dedicata alle botaniche (sia classiche che innovative) e quella necessaria delle classificazioni cedono poi il posto alle nostre preferite: quelle delle origini e della sempreverde rubrica delle 10 cose che non sai sull’Amaro. Dalla Persia a Caterina de’ Medici e (ben) oltre: insomma, questo libro contiene tutte le informazioni necessarie per sostenere una conversazione sull’Amaro (e possibilmente sceglierlo) durante queste imminenti cene natalizie.

Non solo gli amanti dell’aneddotica come noi rimpolperanno l’arsenale di small talk con cui intrattenere i parenti a Natale, ma anche i foodlover ne saranno entusiasti. Sapevate che da “semplice” digestivo l’amaro può diventare l’ingrediente per la preparazione di piatti originali? Se non lo sapevate (ma anche nel caso contrario), correte a leggere tutta la parte dedicata alle proposte gourmet di grandi chef come Gianfranco VissaniLele Usai e Arcangelo Dandini, creativi della pizza come Pierdaniele Seu, pasticceri talentuosi come Daniele Desanti, gastrogelatai come l’intramontabile Simone Bonini Perché meritano davvero una letta (e una prova). Del resto, non si dice mai di no a questo elisir digestivo, no?

Durante la presentazione, Matteo Zed ci racconta sì del libro e dei suoi ingredienti, ma nel frattempo ce ne dà anche dimostrazione facendoci assaggiare signature cocktails preparati per l’occasione:

  • Nepèta Sour: con Amaro Nepéta, succo fresco di Lime, zucchero, albume pastorizzato
  • Il Siciliano: Amaro Amara, Prosecco, Seltz
  • Il Formidabile: Amaro Formidabile, amaro Agnoni al Carciofo, Succo Fresco di Lime, Acqua Tonica
  • Spritz – the Original: Select, Prosecco, Seltz

Presente anche un alcohol free cocktail con il nome di Mockamaro Sour, con la seguente composizione: Amaro the Bitter Note, Succo Fresco di Limone, Nettare d’Agave, Albume Pastorizzato.

Insomma: l’Amaro sta vivendo un Rinascimento. E noi vogliamo farne parte.

La nostra selezione di etichette

«Nella mia personale visione, l’amaro è il cattivo ragazzo che viene invitato a rimanere a scuola dopo la lezione: è dolce, aspro e salato allo stesso tempo; è il perfetto veicolo per arrivare all’umami del gusto».

Matteo Zed

© Foto di Diego Funaro

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