999 – Mostra fotografica Vermouth Riserva Carlo Alberto a Torino

Oggi 18 maggio 2019 è l’ultimo giorno per visitare 999 – Vermouth Riserva Carlo Alberto, numeri, alchimie e ritratti allo Spazio Espositivo XERJOFF di Torino, una mostra dove le fotografie di Piero Gemelli e Letizia Toscano ci racconteranno la numerologia e l’alchimia di questo pregiato vermouth e della sua materia prima, l’Erbaluce di Caluso.

fino al 18 maggio 2019

Spazio XERJOFF
🕔 11.00 – 19.30
via Cavour 1, Torino

999 Vermouth Riserva Carlo Alberto, numeri, alchimie e ritratti - La Mostra Fotografica

999 Vermouth Riserva Carlo Alberto, numeri, alchimie e ritratti – La Mostra Fotografica 

Per gli indecisi alla ricerca di cosa fare questo weekend, oltre ai classici consigli delle Strade di Torino, e che al contempo siano amanti della fotografia e del buon vermouth, consigliamo di visitare la mostra fotografica 999 – Vermouth Riserva Carlo Alberto, numeri, alchimie e ritratti ospitata dallo Spazio Espositivo XERJOFF di via Cavour. Non so voi, ma già il titolo di questa mostra ci ha conquistato, perché evoca la potenza aromatica di una bevanda storica, i misteri delle alchimie, il fascino della numerologia, e le innumerevoli storie che si celano dietro a ciascuna espressione dei volti immortalati dalla pellicola.

Ritratti di Letizia Toscano per la Mostra 999 Vermouth Riserva Carlo Alberto, numeri, alchimie e ritratti
© Letizia Toscano

In mostra gli scatti di Piero Gemelli e Letizia Toscano

Gli scatti in esposizione infatti non sono solo dedicati al Vermouth Riserva Carlo Alberto, ma anche alle persone che si trovano dietro la produzione di questo Vermouth dalla ricetta antica e dall’origine nelle vigne dell’Erbaluce di Caluso. E portano la firma di Piero Gemelli – direttore artistico, architetto e scultore– e di Letizia Toscano – fotografa specializzata in servizi di moda e pubblicità.

Torino, la storia d’Italia e la ritualità del Vermouth

Torino è storia, è arte, è magia. E ci piace pensare che il vermouth, il delizioso vino aromatizzato che nasce proprio qui nel lontano 1786 – e che fino al 1916 godrà di un periodo aureo, ne sia un po’ il fil rouge. Amato dai reali di Savoia, diventa ben presto una dimostrazione dell’eccellenza piemontese – e anche questione di marketing politico. In una Torino dall’elettrizzante clima politico, sociale e culturale che convive amabilmente con le leggende nascoste nelle statue della Gran Madre di Dio, con i passaggi verso aldilà più o meno ameni tra piazza Solferino e Piazza Statuto e le sue Grotte Alchemiche, nel 1837 nasce il Vermouth Riserva Carlo Alberto nelle sue tre versioni: rosso, bianco e dry.

Proprio in tempo per l’inizio di una consuetudine chiamata rito dell’Ora del Vermouth, che si svolgerà dalle 18 alle 19 nelle cioccolaterie, nei caffé, nei salotti, almeno fino allo scoppio della Grande Guerra. Prima dei pasti, si usava infatti discutere elegantemente di politica e di economia e di altre questioni sorseggiando un vermuttino, così chiamato per via dello spruzzo di selz che lo annacquava appena. Un’abitudine che vorremmo tanto riportare in auge!

… Gli artisti e gli ufficiali di cavalleria, agli antipodi nella vita vissuta, si trovavano gomito a gomito; le signore si raccontavano gli ultimi pettegolezzi lanciando occhiate sfuggenti e ammiccanti ai gentiluomini presenti in sala. Per le signorine della Torino benestante, essere portate dalla mamma all’Ora del vermouth rappresentava una sorta di debutto in società…

Fulvio Piccinino

Il Vermouth nella creatività

Che il vermouth ispiri artisti e creativi sin dalla sua nascita, legandosi strettamente alla città di Torino, è un aspetto che da amanti dell’arte e del buon bere apprezziamo molto. Pensiamo alle creazioni realizzate dal genio pubblicitario Armando Testa, cui è stata dedicata di recente la mostra “Tutti gli “Ismi” di Armando Testa” presso la Sala Chiablese dei Musei Reali di Torino, per esempio. Ma pensiamo anche a tutte le altre iniziative legate a questa vera esperienza, come la mostra 999 – Vermouth Riserva Carlo Alberto, numeri, alchimie e ritratti.

Il packaging e il label design di Riserva Carlo Alberto

Se il retaggio storico e culturale è così importante, il packaging ma anche la ricetta del Riserva Carlo Alberto non potevano non tenerne conto. Presentata nel marzo del 2016 non a caso presso la sede del Primo Parlamento italiano, Palazzo Carignano, la bottiglia di Riserva ha un design che si lascia ispirare dall’architettura torinese. Dal basso verso l’alto si possono osservare suggestioni ispirate al colonnato della Gran Madre di Torino, a Palazzo Madama, per poi arrivare alla cima, dove sono presenti le evoluzioni Art Nouveau tipiche di Torino. “1911”: il naming della bottiglia infatti fa riferimento a quest’ultima corrente si a quest’ultima corrente culturale, ma anche alla sua controparte oltreoceano di modo da creare un legame, un incontro tra più culture. Una bottiglia dal design così sofisticato è perfetta per contenere un prodotto d’eccellenza, unico al mondo, privilegiato da ingredienti rari e procedure antiche eche richiedono esperienza, perizia, delicatezza e molto tempo. Si segue la ricetta del 1837: il vino è un Moscato d’Asti DOCG ed Erbaluce di Caluso DOCG, e si parla di circa 43 botanicals tra erbe, bacche, spezie, in orescenze e frutti, selezionati e fatti macerare per 40 giorni in alcool a 45°.

Vermut Riserva Carlo Alberto, distribuito in Italia da Compagnia dei Caraibi | Facebook | Instagram

999 Vermouth Riserva Carlo Alberto, numeri, alchimie e ritratti – La Mostra Fotografica  

Fino al 18 maggio

Spazio XERJOFF
🕔 11.00 – 19.30
via Cavour 1, Torino

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